La Pronta accoglienza Confine costituisce una risposta residenziale per persone con dipendenza da droghe e/o alcol in stato di crisi accreditata dalla Regione del Veneto.
Propone una risposta integrata di ordine sanitario, educativo, psicologico e sociale in stretta collaborazione con i servizi sanitari del territorio e prevede intervento terapeutico residenziale breve, da 2 a 6 mesi.
Metodologia di intervento
Il modello di riferimento prevede l’integrazione di diversi approcci teorico-operativi a partire dalla teoria della motivazione al cambiamento al modello di prevenzione alla ricaduta.
Nello specifico rispetto al superamento dello stato di crisi, il metodo d’intervento si riferisce al modello Gestaltico, secondo cui la crisi nel paziente tossicodipendente si verifica quando:
- nell’organismo vi è un bisogno inesauribile (intossicazione acuta), per cui la persona vive alla ricerca della sostanza, confonde i propri bisogni primari cercando la soddisfazione attraverso l’uso di sostanza
- nell’ambiente vi è una situazione “fortemente destabilizzante” e la persona è priva di sostegni esterni: casa, famiglia, lavoro, amici, ecc.
All’interno della struttura il paziente potrà sperimentare un ambiente protetto e libero da sostanza, contenitivo e accogliente al tempo stesso che può assumere in sé una funzione regolativa.
Gli obiettivi della Pronta Accoglienza sono:
- la gestione e il contenimento della crisi tossicomanica
- la stabilizzazione del paziente ( intervento farmacologico, psicologico, educativo)
- l’osservazione e la valutazione (test psicologici, valutazione psichiatrica)
- l’orientamento e la motivazione del paziente nel processo di presa in carico del problema della dipendenza
Ogni paziente ha un proprio operatore case manager che costituisce il punto di riferimento per il paziente e i familiari.
Il programma terapeutico riabilitativo
Il modello d’intervento terapeutico attuato in Pronta Accoglienza Confine è nato dalla collaborazione tra il Centro di Solidarietà don Milani /CEIS e i SERT/ Servizi per le Tossicodipendenze del Sistema Sanitario Nazionale, dell’area di Venezia.
I tempi della residenzialità sono individualizzati e concordati con i Servizi invianti, e vanno da un minimo di 1 mese ad un massimo di sei.
Il paziente viene preso in carico dal punto di vista sanitario, educativo e clinico.
Per quel che concerne gli aspetti sanitari, viene assegnato al paziente un medico di base che visita settimanalmente all’interno della struttura. Sempre a cadenza settimanale i pazienti accedono al colloquio con lo psichiatra che verifica lo stato del paziente e monitora la terapia farmacologica. E’ disponibile un’infermiera tutte le mattine per eventuali medicazioni, consultazioni e l’attivazione della rete con i Servizi sanitari specialistici del territorio (malattie infettive, gruppo C ecc).
Le funzioni educative sono trasversali all’intero periodo di residenza presso la struttura. Si esplicano in risposta agli obiettivi di contenimento e gestione della crisi. Tali funzioni sono svolte dall’intera equipe, attraverso l’applicazione di strumenti quali il contratto terapeutico, il regolamento della struttura, la turnistica delle mansioni di cura degli spazi, l’attivazione di seminari formativi e gruppi “organizzativi”, l’attività ludico-motoria, di socializzazione e occupazionale.
Molto spazio viene lasciato alle attività fisiche e sportive che consentono ai pazienti di riappropriarsi della propria corporeità e riattivare il tono corporeo e umorale. Vengono pertanto proposte attività quali judo, mindfulness, pallavolo, calcio, running, bicicletta.
Le funzioni cliniche supportano le fasi di contenimento, gestione e superamento della crisi e sono finalizzate ad accompagnare il paziente nell’assunzione di responsabilità della propria cura. Tali funzioni sono svolte dai terapeuti presenti in struttura, sia attraverso colloqui psicologici di sostegno, sia attraverso le numerose attività terapeutiche di gruppo (gruppi di skills training sul modello di Marsha Linehann, gruppi di prevenzione alle ricadute, gruppi terapeutici, arteterapia). Vengono inoltre proposti interventi singoli e di gruppo con EMDR che sostengono il paziente nella gestione dell’impulsività e nella riappropriazione di risorse personali.
Modalità d’accesso
L’accesso avviene tramite segnalazione al numero telefonico 041 5415655 da parte del Ser.D. A seguito di questo contatto viene fissato un colloquio conoscitivo in cui vengono indagate la situazione tossicolologica, sociale e motivazionale. Viene inoltre presentato il progetto, il regolamento e la metodologia di lavoro. Il colloquio di inserimento viene svolto dallo psicoterapeuta.
L’inserimento in struttura è stabilito dal Servizio ospitante a buon esito dei colloqui nel più breve tempo possibile.
Modalità d’inserimento
Il giorno dell’inserimento in Struttura l’utente viene accolto dall’operatore che si occupa di:
- Redigere il contratto terapeutico
- Raccogliere le informazioni anamnestiche
- Aprire la cartella terapeutica
- Condividere e delucidare il regolamento vigente
- Verificare gli oggetti personali introdotti dall’utente e l’utente stesso
- Presentare gli spazi personali e comuni
- Presentare l’utente agli altri ospiti e all’équipe
Al momento dell’inserimento la struttura comunicherà a mezzo fax o email al servizio inviante l’avvenuto ingresso.
Le dimissioni
Le dimissioni dal programma terapeutico possono avvenire a seguito di:
- Violazione del regolamento con particolare attenzione a comportamenti violenti in senso fisico e verbale
- Per decisione del paziente stesso
- Compimento del progetto terapeutico
Le stesse vengono inviate al Ser.D. con comunicazione a mezzo Fax o mail entro le successive 24 ore.
A chi si rivolge
La pronta accoglienza Confine accoglie pazienti ambosessi con problemi di abuso o dipendenza da sostanze psicotrope, sono esclusi gli utenti caratterizzati da:
- Gravi disturbi mentali non compatibili con la struttura residenziale
- Comportamenti antisociali gravi
- Problemi organici che richiedano un intervento ospedaliero specifico
Confine prevede l’accoglienza di massimo 15 utenti in regime residenziale.
Il piano terapeutico prevede una residenzialità della durata minima di circa 2 mesi, fino ad un massimo di circa 4 mesi.